Secondo Heidegger, cominciamo ad analizzare una ‘cosa’ nel momento in cui essa smette di funzionare in maniera adeguata. Si può forse spiegare così il proliferare di ricerche che, negli ultimi anni, si sono sviluppate intorno all’attenzione. Anche a livello non specialistico, sentiamo infatti giungere allarmi da più parti: la nostra attenzione non sarebbe più quella di un tempo, gli studenti non sarebbero in grado di rimanere concentrati per più di 15 minuti, il nostro span di attenzione sarebbe di 8 secondi, inferiore a quello di un pesce rosso. Queste preoccupazioni si inseriscono in un generale timore per l’impatto delle nuove tecnologie sul nostro cervello.
Per cercare di discriminare fra leggende e realtà e per provare a comprendere cosa stia davvero succedendo alla nostra attenzione, proponiamo questo incontro, animato da Marco Tognini e Marianna Montanaro e rivolto innanzitutto ai docenti.
Nella prima parte, rifletteremo sulla dicotomia fra attenzione e distrazione e discuteremo degli effetti e dei potenziali rischi di un mondo iperconnesso e ricco di strumenti digitali. Situando il presente in una prospettiva di più lungo periodo e inserendo il discorso sull’attenzione all’interno di dinamiche di più vasta portata, proveremo poi a dare una lettura più sfaccettata del problema.
Nella seconda parte, discuteremo invece di attenzione da un punto di vista didattico e pedagogico a partire dal concetto di “frame culturale”, il quale ci permette di riflettere sul ruolo del docente e dello studente. Si porrà poi l’accento sulle caratteristiche cognitive e affettive degli studenti cosiddetti nativi digitali, i quali rispondono alla frequente e prolungata esposizione alle tecnologie con conseguenze sul livello di attenzione e sugli stili di apprendimento. Basandoci sugli apporti delle neuroscienze, presentiamo quindi strategie e tecniche per rendere l’apprendimento significativo e motivante, anche grazie all’ausilio della tecnologia.